Relazione di Nicola Incardona
Le atomiche sganciate sul Giappone erano state create da un gruppo di scienziati americani e non solo, tra cui l'italiano Enrico Fermi, fuggito dalla dittatura fascista. Gli scienziati conoscevano bene la potenza dell'atomica, perché avevano fatto numerosi test in aree disabitate degli USA ma, nonostante ciò, hanno permesso la costruzione delle atomiche che hanno poi colpito le due sfortunate città giapponesi.
Quando la bomba atomica, il 6 agosto 1945, è esplosa, i cittadini di Hiroshima stavano andando al lavoro e solo alcuni si sono accorti degli aerei che sganciavano la bomba. Pochi secondi dopo l'atomica è esplosa con un lampo così abbagliante che i membri dell'equipaggio degli aerei che avevano sganciato l'ordigno mortale, anche se avevano cambiato rotta e si erano muniti di protezioni, per poco non sono diventati ciechi. Le persone che erano più vicine al centro dell'esplosione si sono smaterializzate, mentre gli oggetti si sono fusi, diventando inutilizzabili; le persone più lontane dal centro dell'esplosione hanno subito gravi ustioni e solo pochi sono sopravvissuti; quei pochi sono poi morti per malattie provocate dalla radioattività, ad esempio la leucemia. Ha creato scalpore la storia di Sadako, una bambina sopravvissuta a Hiroshima, ma malata di leucemia a causa delle radiazioni. La bambina, seguendo la tradizione giapponese, ha creato mille origami per poter esprimere un desiderio, ma la malattia la uccise comunque nel 1955, pochi giorni prima del suo tredicesimo compleanno. È stato creato un monumento per ricordare lei e tutti i bambini morti a causa dell'atomica: ancora oggi continuano ad arrivare a Hiroshima da tutto il mondo origami di gru.
Dopo la strage di Hiroshima il governo giapponese decise di non arrendersi, perché secondo la tradizione giapponese l'onore è molto importante e arrendersi sarebbe stato disonorevole. Solo tre giorni dopo, il 9 agosto 1945, degli aerei americani hanno sganciato così un'altra atomica sulla città di Nagasaki. Un'altra tremenda esplosione, come ad Hiroshima, si abbattè sulla città: persone smaterializzate, altre gravemente ustionate, palazzi in fiamme, oggetti fusi. Inoltre, come a Hiroshima, gli orologi si sono fermati nel momento in cui la bomba è esplosa. Dopo la seconda esplosione l'imperatore giapponese annunciò la resa: finisce la seconda guerra mondiale.
Alla fine della guerra gli Stati Uniti erano l'unica nazione a possedere l'atomica, quindi avevano ancora più potere dell'URSS, ma nel 1949 anche i sovietici ottengono l'atomica: comincia la corsa agli armamenti, è la Guerra Fredda. Il mondo si divide in due, tra capitalisti e comunisti, mentre si creano armi sempre più sofisticate, ad esempio le bombe intelligenti”, missili con testata nucleare in grado di colpire un bersaglio registrato, anche a migliaia di chilometri di distanza. Diverse volte si è rischiata la guerra nucleare, ad esempio durante la guerra in Corea e la rivoluzione cubana.
La Corea era divisa in due a nord la metà comunista e a sud quella capitalista; quando la Corea del nord attacca quella del sud, i sovietici la aiutano e gli Americani, invece, difendono la Corea del sud. Un generale americano chiese al presidente Truman di sganciare un'atomica contro i Cinesi, alleati dell'URSS e della Corea del nord. Fortunatamente il presidente non acconsentì e così si evitò la guerra nucleare e durante i trattati di pace venne ribadita la divisione della Corea.
Cuba, invece, diventa comunista dopo una guerra civile, ma era minacciata dagli USA e così ha chiesto la protezione dell'URSS. Mentre le navi con missili nucleari sovietici si avvicinavano a Cuba, gli USA minacciavano di intervenire militarmente con l'atomica e per tre giorni si rischiò la guerra nucleare. Fortunatamente le navi hanno cambiato rotta. Al termine della Guerra Fredda la maggior parte degli ordigni nucleari sono stati disarmati, ma ancora esistono migliaia di bombe potenzialmente pericolose.
Posso concludere dicendo che le armi nucleari sono tremende e devono essere tutte disarmate o si rischia la guerra atomica e quindi anche la distruzione del pianeta.
Nicola Incardona, 3C
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